Venerio Cauda: un alpino partigiano

In Montà non sono segnalate battaglie e operazioni di particolare rilevanza, è un luogo di transito e di nascondiglio. Il paese mantiene però il ricordo della figura di Venerio Cauda in una lapide collocata all’inizio di Via Santuario, vecchia strada che conduceva al Santuario dei Piloni.

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Chi è Venerio?

  • Nasce il 29 gennaio 1921 a Santo Stefano Roero
  • durante la guerra fa parte del Battaglione sciatori “Monte Cervino”. Partecipa prima alla guerra in Albania e successivamente alla campagna in Russia, a fianco delle divisioni “Torino” e “Pasubio”. Durante la battaglia nei pressi di Rossoch, compie un’azione ardita lanciando una bomba dentro un carro armato. Il giorno successivo la città viene presa e gli alpini iniziano la loro triste ritirata.
  • Durante la ritirata del Don raggiunge il fratello Mario e torna a casa nsieme a lui. Arrivato a Montà si unisce ai partigiani. Il suo nome di battaglia è “Neio”

Venerio fa parte del primo nucleo di pochi elementi che si presenta all’inizio del 1944 a Gino Cattaneo. A capo di questo nucleo si trova Franco Serra, con lui alcuni ex-appartenenti alla GNR di Alba. Collabora con loro episodicamente anche un ufficiale di collegamento alleato detto Franco l’inglese.

Il gruppo di Gino e Franco si uniscono in una sola banda nascosta nei boschi e nelle grotte presenti sul territorio. Venerio è uno dei protagonisti di questa vita di banda.

Breve esperienza partigiana: muore il 22 giugno 1944, mentre torna con alcuni compagni da una missione di sabotaggio di un ponte. L’auto su cui viaggiava esplode (forse un banale incidente dell’automobile sulla quale si trovava ancora parte dell’esplosivo). Investito direttamente dall’esplosione, muore sul colpo. Altri restano feriti. 

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